CICLISMO – CAMPIONATI DEL MONDO (Prova in linea prof.) – ZURIGO (SVI) 2024, Pogacar, un trionfo memorabile

Alberto Sigona) – Tadej Pogacar conquista con un’impresa epocale il suo primo Titolo di Campione del Mondo!

La strepitosa affermazione del fuoriclasse sloveno c’induce a riesumare dalla fossa dei ricordi i grandi exploit realizzatisi in passato in occasione delle prove iridate in linea. Rievochiamoli insieme…

Lo sloveno Tadej Pogacar ieri è stato autore di un’impresa sensazionale, conquistando il Campionato del Mondo in linea dopo una fuga di 100 km, di cui la metà in solitario, per un’impresa monumentale con rarissimi precedenti nella storia del Ciclismo, e che riporta le lancette del tempo in ere geologiche che ritenevamo fossilizzate. Una volta di più il formidabile corridore della UAE Team Emirates ha dimostrato di essere il più forte ciclista dell’epoca contemporanea, allineandosi di diritto fra le gloriose teste coronate d’ogni epoca. Il successo iridato di Zurigo, infatti, rappresenta l’apice dorato di una carriera che ad appena 26 anni lo vede già vantare un palmares da leggenda. Una luminosissima vetrina di vanità sfarzose in cui fan bella mostra gare elitarie d’ogni genere e di altissimo indice di difficoltà, spaziando dalle più prestigiose corse a tappe alle più rinomate gare di un giorno, dal Tour de France al Giro di Lombardia, dal Giro d’Italia alle Strade Bianche, passando per la Liegi ed il Fiandre. Quest’anno il poliedrico fuoriclasse sloveno, figlio legittimo di un passato remoto che pareva impossibile rivedere, ha toccato il culmine delle proprie potenzialità, surclassando ogni avversario, conquistando in primis Giro d’Italia e Tour de France (aggiudicandosi 12 tappe – un record – equamente divise fra Corsa Rosa e Corsa Gialla) – per un’accoppiata stagionale che non s’ammirava addirittura dal 1998 (proprio l’anno di nascita del campione di Komenda) -, aggiungendovi adesso anche l’Iride, per un tris annuale riuscito in passato solamente a due assi del pedale come il mitico Cannibale belga Merckx – di cui proprio Pogacar sembra il degno erede – e l’irlandese Roche (che era stato l’ultimo, quasi da outsider, a riuscirvi nel 1987). Ed in tutte e tre le occasioni il suo dominio è stato spaziale, mietendo record a grappoli, lasciando agli inermi avversari solamente gli avanzi delle proprie luculliane ingordigie. Tornando all’exploit da urlo compiuto ieri pomeriggio a Zurigo, il suo maxi trionfo in terra elvetica ci ha riportato alla mente altri grandi vittorie iridate del passato, inducendoci a rispolverare la storia della celebre competizione. Ed allora andiamo a ripercorrere in breve i successi che hanno fatto epoca nell’arco di quasi cent’anni dalla nascita della massima rassegna intercontinentale. E non mancano le sorprese…

1927

La prima edizione del Mondiale, disputata in Germania, fu dominata dagli italiani, che monopolizzarono il podio. Il successo arrise al grande Alfredo Binda (25 anni), che precedette al termine di una fuga solitaria di oltre 30 km il connazionale Costante Girardengo (34 anni) di 7’16”. Terza piazza per D. Piemontesi.

1928

In questa edizione in terra ungherese si realizzò probabilmente la più grande impresa iridata di ogni era. A ben 147 km dall’arrivo il belga Georges Ronsse scappa via in compagnia del compatriota Jules Van Hevel. Questi a 70 km dall’arrivo è però costretto a ritirarsi a causa dei postumi di una caduta, così Ronsse s’involerà indisturbato verso l’agognato trionfo, giungendo al traguardo con ben 19’43” di margine sull’esterrefatta concorrenza, a cui non rimane che tirare giù il cappello.

1933

L’edizione del 1933 disputatasi a Montlhéry vide la prima vittoria di un francese, Georges Speicher, promosso titolare il giorno prima della gara per un infortunio di un compagno di Nazionale. Speicher trionfò “in casa” al termine di una lunghissima fuga iniziata dopo pochi km dall’avvio, lasciando il validissimo connazionale A. Magne e l’olandese M. Valentijn ad oltre 5 minuti.

1936

Il francese Antonin Magne conquista alla grande il Titolo Mondiale di Berna rifilando distacchi colossali a tutti i competitors, ad iniziare dall’italiano Aldo Bini, che concluderà la prova ad oltre 9′ dal vincitore.

1953

Fra i ciclisti autori di trionfi epocali non poteva ovviamente mancare il leggendario Fausto Coppi. Questi, quando stavano per scorrere i titoli di coda di una sontuosa carriera, a 34 anni riesce a centrare a Lugano l’ultima perla che ancora mancava nel suo corposo palmares, e lo fa alla sua maniera, cioè sbalordendo tutti. A 85 km dall’arrivo va via in compagnia del belga Germain Derycke, che sembra l’unico capace di resistergli. Alla lunga il ritmo che Coppi impone alla corsa si rivela però insostenibile per chiunque e così a 30 km dalla “bandiera a scacchi” il Campionissimo rimane da solo, avviandosi verso l’agognata vittoria. Vincerà con 6’22” sul suo ex compagno di fuga ed oltre 7′ sull’altro belga Stan Ockers, concretizzando la sua ultima grande impresa. Ed il Ciclismo italiano raggiunge il picco della popolarità.

1955

A Frascati, in una giornata in cui il caldo asfissiante miete vittime illustri ad iosa, va in scena la più grande rimonta di sempre. A metterla in atto è il 35enne belga Stan Ockers. Sino a circa 40 km dall’arrivo questi naviga nelle retrovie, accusando circa 5 minuti di gap dai battistrada. Quindi il corridore di Anversa, quando tutti lo davano per spacciato, dà il “la” ad una rincorsa pazzesca che lo porterà da lì a poco a raggiungere i fuggitivi per poi staccarli irrimediabilmente, aggiudicandosi il Titolo Mondiale più folle di tutti i tempi. Un anno dopo, a causa di una caduta, Ockers morirà tragicamente durante una gara su pista.

1958

Il Campione Olimpico di Melbourne 1965, Ercole Baldini, a Reims (Francia) è decisamente tra i favoriti, e il corridore forlivese non smentisce le previsioni, realizzando un’impresa… erculea (rendendo onore al suo nome di Battesimo). Egli quando ancora mancano 250 km dei 276 previsti si lancia in un attacco apparentemente suicida, destinato più che altro a ravvivare la corsa. Almeno così sembra… Ma col passare dei km l’utopia inizia a materializzarsi. A 50 km rimane in perfetta solitudine, e dopo 7 ore di fuga vincerà con 2’09” sul francese L. Bobet. Per il Ciclismo italiano è l’apoteosi.

1965

L’inglese Tom Simpson ed il tedesco Rudi Altig scappano subito via dal gruppone quando ancora mancano 267 km al traguardo dei… 267 previsti. Al termine di una lunghissima ed estenuante cavalcata da fantascienza il britannico la spunterà in volata sul compagno di fuga. Due anni dopo il campione di Haswell rimarrà vittima di un arresto cardiaco durante una tappa del Tour de France…

1968

Ad Imola si scrive un’altra pagina indelebile di storia del Ciclismo, che per un giorno pare ritornare ad epoche remote. Vittorio Adorni a 90 km dal traguardo si dilegua in solitario, tentando la sortita della vita. Fra l’incredulità generale vincerà con ben 9’50” sul belga Herman Van Springel, per quello che rimane tuttora il maggior distacco inflitto nel Dopoguerra al 2° classificato nonché l’ultima grande impresa del Ciclismo iridato.

2022

A 35 km dall’arrivo il giovanissimo belga Remco Evenepoel tenta di scappare via, e gli resiste soltanto il kazako Alexey Lutsenko. Ma 9 km dopo quest’ultimo faticherà a reggere l’andatura del fuoriclasse di Schepdaal, arrendendosi all’incedere irresistibile del baby prodigio, che così rimane da solo ad involarsi verso la vittoria. Che arriverà puntuale, con 2’21” sul francese C. Laporte e compagni.

2024

A 50 km dal traguardo Tadej Pogacar scappa via in solitario per non essere più ripreso. Gli avversari tentano di riacciuffarlo ma i loro sforzi risulteranno vani. Alla fine lo sloveno vincerà con 34” sull’australiano Ben O’Connor e 58” sull’olandese Mathieu Van der Poel (e compagnia), realizzando la classica impresa d’altri tempi.

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